Storie di Sanremo – Gli “sconfitti”

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VINCITORI E VINTI

(Leggi qui la seconda parte dello speciale Sanremo)

Volenti o nolenti, il Festival della Canzone di Sanremo fa parte della storia della musica italiana. Un festival nato nel lontano 1951 con l’intento di vivacizzare la stagione morta della cittadina ligure e, nel corso degli anni, sulle assi del palcoscenico del Teatro Ariston, sono passati centinaia di artisti, già affermati o in cerca di visibilità o esordienti assoluti. Oggi molti dei nomi che si erano presentati timidamente al vaglio delle giurie sono dei big affermati a livello internazionale, mentre di altri si sono perse le tracce.
Molti dei cantanti che si erano presentati semi-sconosciuti nella sezione “giovani” oggi sono stelle di prima grandezza e sarebbe ingiusto negare quindi l’importanza del Festival per la loro carriera. Basterà ricordare Eros Ramazzotti (“Terra promessa“, 1984), Marco Masini (“Disperato“, 1990), Michele Zarrillo (“La notte dei pensieri“, 1987), Laura Pausini (“La solitudine“, 1993), Mietta (“Canzoni“, 1989) o Andrea Bocelli (“Il mare calmo della sera“, 1994). Ma non sempre le famigerate giurie del Festival hanno brillato per acume, e spesso hanno preso delle sonore cantonate, come vedremo qui di seguito.

“VINTI”

1982Michele Zarrillo non è propriamente un pischello quando partecipa a Sanremo. È vero, ha solo 25 anni, ma ha già un curriculum di tutto rispetto alle spalle: ha esordito nel 1972 come chitarrista nel gruppo di progressive rock Semiramis che hanno un solo disco all’attivo, all’epoca ignorato e oggi oggetto di culto, ha pubblicato un paio di singoli come solista, con il nome d’arte (imposto dai discografici dell’epoca) di Andrea Zarrillo (!), ha composto le musiche di Sesso o esse per Renato Zero e Ricetta di donna per Ornella Vanoni e ha vinto nel 1979 il Festival di Castrocaro. Nel 1982 si presenta per la seconda volta a Sanremo con “Una rosa blu“, che viene subito eliminata, ma che diventerà poi una delle sue canzoni di maggiore successo. Da notare che il povero Zarrillo si presenterà ancora a Sanremo nel 1987, e sarà inserito ancora tra le “Nuove proposte” nonostante le precedenti partecipazioni al Festival e oltre quindici anni di carriera, vincendo finalmente con il brano La notte dei pensieri.

 

1982 – Non sarà eliminato come il povero Zarrillo, ma anche Vasco Rossi, al suo esordio sanremese con uno dei suoi brani classici, “Vado al massimo“, pur arrivando in finale si classificherà all’ultima posizione, preceduto in classifica da Zucchero al penultimo posto. Dopo la débacle sanremese il brano sarà inserito nell’album omonimo che vende più di 100.000 copie  e resta in classifica per 16 settimane contribuendo a fare di Vasco una solida realtà nel panorama della musica italiana.

 

 

 

1983Amedeo Minghi ha già 36 anni quando partecipa al Festival di Sanremo. Il suo esordio discografico risale addirittura al 1966 con un 45 giri con i brani Alla fine e Ma per fortuna (entrambi con testo di Mogol). Negli anni 70 collabora con vari artisti tra cui i Vianella, Franco Califano, Francesco De Gregori, Edoardo De Angelis, entra nel gruppo I Pandemonium e scrive canzoni per Anna Oxa, Schola Cantorum, Marcella Bella, Mia Martini e Gianni Morandi, solo per citare i più famosi. Nel 1976 incide “L’immenso“, a parere di chi scrive una delle più belle canzoni italiane di sempre, brano che lo porterà in vetta a tutte le classifiche internazionali con più di 15 versioni e 2 milioni di dischi venduti. Con tali credenziali nel 1983 partecipa al Festival con “1950“, canzone che non viene neanche ammessa alla serata finale e che arriva ultima, con 17.017 voti, nella classifica non competitiva della votazione popolare Totip! A dispetto delle giurie sanremesi “1950” diventerà col tempo una canzone famosissima, amata e reinterpretata da vari artisti e definita dallo stesso autore «La canzone che mi rappresenta di più».

1983 – Non contendo del pessimo risultato di pochi anni prima, Vasco Rossi, già ormai artista affermato, ci riprova con quella che forse rimane una delle sue canzoni in assoluto più belle, “Vita spericolata“, vero inno generazionale, ripresa da numerosi artisti tra cui Francesco De Gregori e Massimo Ranieri. A Vasco andò meglio che a Minghi, ma di poco: la sua canzone almeno arrivò in finale ma si piazzò penultima (25esima per la precisione), preceduto in classifica da artistoni del calibro di Viola Valentino, Passengers e Barbara Boncompagni! Direi proprio che il tempo è stato un giudice migliore!

 

 

1984 – Edizione in cui la miopia delle giurie ha raggiunto davvero vette inimmaginabili. Sul podio salirono Al Bano & Romina Power, Toto Cutugno e Christian mentre in fondo alla classifica, all’ultimissimo posto, si classificarono gli Stadio con”Allo stadio“, che nel 2016 vinceranno con “Un giorno mi dirai” prendendosi una bella rivincita 32 anni dopo. All’epoca il gruppo era già una realtà nel mondo della canzone italiana, fattisi le ossa come accompagnatori di Lucio Dalla e Ron avevano anche avuto un buon successo commerciale con “Acqua e sapone“, per l’omonimo film di Carlo Verdone.

 

 

 

1984 – Ma non sono solo i poveri Stadio a essere penalizzati da una assurda classifica. A questa edizione partecipa anche Enrico Ruggeri con la raffinata “Nuovo Swing“. Ruggeri era già stato a Sanremo coi Decibel  con “Contessa“, ha inciso con successo “Polvere“, e ha scritto “Il mare d’inverno” per Loredana Bertè. Ebbene, nonostante il Premio della Critica, “Nuovo Swing” arriva penultima, subito prima degli Stadio! Inutile qui riassumere la carriera seguente di Ruggeri, che vinse poi 2 volte il Festival, la prima volta con Morandi e Tozzi con “Si può dare di più“, e poi con “Mistero“.

 

 

 

1985 – Anche colui che oggi è indiscutibilmente uno dei maggiori nomi della musica italiana, Zucchero, si scontrò con l’ottusità delle giurie sanremesi. Nel 1985 è alla sua terza partecipazione al Festival, dopo essere già arrivato penultimo nel 1982, e lo fa con una bellissima canzone, “Donne“, scritta insieme ad Alberto Salerno. Questa volta non arriva penultimo, ma addirittura ultimo, anche se la canzone poi avrà un grande successo radiofonico e diventerà un piccolo classico della canzone italiana. Ma la triste storia delle partecipazioni sanremesi di Zucchero non finisce qui…

 

 

 

1985 – A quest’edizione partecipa anche un originale cantautore pugliese che si ispira nelle sonorità a certa musica elettronica di derivazione inglese. Si chiama Pino Mango, in arte solo Mango, e per quegli strani misteri di Sanremo si presenta nella sezione “Nuove Proposte”, nonostante abbia già pubblicato 3 album e abbia già avuto un grande successo col singolo “Oro” (oggi per partecipare al Festival tra i cosiddetti Vip basta avere vinto un talent show!). La sua canzone “Il viaggio” verrà subito eliminata non accedendo neanche alla finale. Anche in questo caso Mango avrà modo di consolarsi con una carriera ricca di successi, purtroppo troncata troppo presto dall’improvvisa morte nel 2014.

 

 

1986 -L’anno seguente Adelmo Fornaciari, in arte Zucchero, ci riprova. Caspita, stavolta ha un brano davvero forte, “Canzone triste“, composto interamente da lui e dalle atmosfere un po’ alla Lucio Battisti, ed è certo che non può fallire. In effetti rispetto all’ultimo posto dell’anno prima c’è un miglioramento, stavolta la sua canzone scala una posizione e arriva penultima… ma solo perché all’ultima posizione si piazza un gruppo che ormai sembra abbonato a questo piazzamento, gli Stadio con “Canzoni alla radio“. Per Zucchero questa sarà l’ultima partecipazione al Festival mentre gli Stadio ci riproveranno altre 3 volte arrivando anche, come abbiamo visto, a vincere l’edizione 2016.
Una menzione per questa sciagurata edizione del Festival la merita anche una giovane Paola Turci, anche leri presente nella sezione “Nuove Proposte” con la canzone “L’uomo di ieri” che fu immediatamente eliminata e non ebbe accesso alla finale.

1987 – Decisamente la gavetta per Paola Turci è stata dura. Si ripresenta ancora tra i “Giovani” con la canzone “Primo tango” composta tra gli altri da Mario Castelnuovo, ma non le va molto meglio dell’anno prima, infatti nella classifica finale sarà penultima.

1988 – Anche Biagio Antonacci iniziò la sua carriera a Sanremo, dopo avere lasciato l’arma dei Carabinieri in favore della musica. Si presenta nella sezione “Nuove Poposte” con una canzone composta nientemeno che insieme a Ron, “Voglio vivere in un attimo“, e arriva inesorabilmente ultimo. L’anno seguente uscirà il suo primo album e inizierà una carriera ricca di successi (e di rivincite).

 

 

 

 

1997 – Sul palco del Teatro Ariston si presenta un giovane rapper  di nome Mikimix. Ha 24 anni e viene da Molfetta, ha condotto in televisione Segnali di fumo, programma musicale di Videomusic insieme a Paola Maugeri, e quando arriva a Sanremo ha già alle spalle la pubblicazione di un album, “Tengo duro“, con poco successo di pubblico e di critica. La canzone che presenta al Festival, “E la notte se ne va” è leggera e incolore e inodore come l’acqua, e non è certo di quelle che lasciano il  segno. Di lì a poco incide un altro album dopodiché Michele Salvemini, questo il suo vero nome, uccide Mikimix, si fa crescere capelli e pizzetto e cambia il nome in Caparezza. Il resto è storia…

 

 

 

2005 – A questa edizione partecipano due gruppi che di lì a poco diventeranno tra i più importanti dell’ambiente musicale. I Modà hanno già pubblicato un album e diversi singoli che sono passati spesso in radio, i loro concerti nelle piazze sono sempre gremiti ma si presentano a Sanremo senza l’appoggio di una casa discografica, nella sezione “Giovani” con la canzone “Riesci a innamorarmi“, con cui ottengono buoni consensi di critica e tanti passaggi radiotelevisivi, pur essendo eliminati la sera stessa dell’esibizione. Stessa sorte tocca ai Negramaro. Vengono dal Salento (“Negramaro” è il nome di un famoso vino pugliese), hanno già due album alle spalle e nonostante siano già una band affermata anche loro vengono inseriti nella sezione “Giovani” dove presentano  “Mentre tutto scorre“, che vince il “Premio della Sala Stampa Radio & TV” anche se, come per i Modà, non accedono alla Finale. La canzone sarà  il tema principale del film La febbre di Alessandro D’Alatri, che sceglie otto brani tratti dal nuovo album dei Negramaro per la colonna sonora del film.

 

L’altro lato della medaglia sono i cosiddetti “Vincitori“, cioè cantanti che sono saliti sul podio del Festival – tra i “Big” o tra le “Nuove Proposte” – ma che poi sono scviolati nell’oblio. Leggi QUI quest’altra storia di Sanremo.