Milano, dicembre 1965, circa le tre di notte: in uno studio di registrazione milanese un Teo Teocoli appena ventenne – in questi anni ancora indeciso tra la musica e il cabaret – è alle prese con una canzone che non viene come vorrebbe. A un certo punto sulla porta dello studio appare Adriano Celentano che dice: «Ma cosa fai, ‘sto pezzo qui! Ma te sei matto, questo qui se era un bel pezzo lo facevo io. L’ho fatto ma non è bello, non farlo neanche te, ne scegliamo insieme uno più bello». Il produttore e co-autore della canzone, Miki Del Prete prova a replicare: «Ma dai, guarda che Teo l’ha fatto bene», ma Celentano taglia corto: «No, no, nel Clan dobbiamo essere compatti», e il pezzo viene scartato. La canzone è “Nessuno mi può giudicare“…
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Autori: Pace / Panzeri / Pilat / Beretta / Del Prete
Anno di pubblicazione: 1966
[…] Il fido Luciano Beretta gli propone una canzone scritta con Pace e Panzeri, intitolata “Nessuno mi può giudicare“, di cui incide anche un provino, ma la canzone non lo convince, è troppo “beat” […]