Il 1°gennaio 1997 nella sua casa di Novafeltria, nell’entroterra riminese, muore Ivan Graziani. Malato da due anni di tumore al colon aveva voluto lasciare l’ospedale per trascorrere in casa le festività natalizie. Sebbene non sia mai stato celebrato e ricordato come meriterebbe, Ivan è stato uno dei più originali cantautori italiani e uno dei pochi veri rocker nostrani. Virtuoso della chitarra, dopo gli esordi con vari gruppi tra cui ricordiamo almeno gli Anonima Sound, agli inizi degli anni 70 inizia la sua carriera solista e si fa conoscere nell’ambiente discografico italiano come richiesto e apprezzatissimo session-man e autore. Partecipa a dischi di Lucio Battisti, PFM (di cui nel 1974 “rischia” di diventare il cantante, ruolo preso poi da Bernardo Lanzetti), Bruno Lauzi, Herbert Pagani, Antonello Venditti, Francesco De Gregori, e intanto affina il suo stile inconfondibile, sia come chitarrista che come cantante. Nel 1979 la sua carriera ha finalmente cominciato a dargli qualche soddisfazione…
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Autore: Ivan Graziani
Anno di pubblicazione: 1979
Il fatto che non viene menzionato, è che Ivan Graziani era convinto di aver creato lui qualla melodia,tant’è vero che aveva registrato a suo nome sia la musica che il testo alla SIAE. Non conosceva evidentemente il brano dei Mindebenders, altrimenti non avrebbe intentato una causa per plagio contro Phil Collins. C’è voluto il parere di un musicologo per convincerlo che si trattava di una sonata di Muzio Clementi,e da allora sulle etichette dei dischi stampati successivamente, c’è scritto “M. Clementi, arranged by I. Graziani”. Non si sa se Toni Wine fosse cosciente di aver “plagiato” Clementi, probabilmente sì, perciò anche lei commise una scorrettezza registrando la musica a nome suo.
Tutte le versioni di “A groovy kind of love” portano infatti i nomi di Wine e Sager, comprese quelle italiane (dei Camaleonti e di Remo Germani & signora), ed è incredibile che in Italia nessuno abbia ricordato quelle esecuzioni quando uscì “Agnese”. Forse la versione dei Mindbenders era troppo vecchia per ricordarla, ma come ha fatto Graziani a non conoscere tutte le versioni di quel brano che erano uscite negli anni ’60? Interpreti come Petula Clark, Gene Pitney, The Turtles, l’avevano in repertorio, e lui non le ha mai sentite? O forse le ha sentite ma a livello cosciente non se ne ricordava, e ha creduto di aver inventato lui quella melodia… Mah!
Grazie Pete per il “dotto” e illuminante contributo 🙂